Se ci pensi bene, salvo rari casi, il preliminare è il primo, e talvolta l’unico, momento in cui la parte venditrice e la parte acquirente si incontrano per potersi conoscere ed affrontare insieme problematiche legate alla compravendita.
E’ sempre bene tenere presente che gli accordi raggiunti con una proposta di acquisto accettata non possono essere modificati se non in modo bilaterale, ovvero con l’accordo di tutte e due le parti coinvolte nella compravendita.
Personalmente ho come obiettivo quello di arrivare al giorno dell’atto notarile senza nessun tipo di problematica appesa e di trasformare questo momento delicato in una sorta di festa della serenità.
Questa convinzione mi venne quando, agli inizi della mia carriera, dovetti assistere a delle guerre al posto di atti notarili.
Mi spiegai in quel frangente il motivo del perché, il più delle volte, i miei colleghi evitavano bellamente di presenziare.
Da quel momento decisi che ogni problema, ogni aggiustamento, ogni richiesta doveva essere fatta RIGOROSAMENTE prima del giorno della stipula definitiva.
Questo mio sistema ha funzionato e funziona alla perfezione.
Il giorno dell’atto, serenamente, vengono formalizzati davanti ad un pubblico ufficiale tutti gli accordi presi dal giorno della proposta di acquisto.
Per poter raggiungere questo obiettivo mi è di grandissimo aiuto il compromesso.
I clienti si conoscono, rompono il ghiaccio e fanno tutte le richieste aggiuntive, correttive possibili ed immaginabili.
In questo frangente il mio ruolo di mediatore viene fuori cercando di fare in modo che eventuali modifiche non vadano a ledere interessi dell’una o dell’altra parte.
Se l’accordo viene raggiunto si formalizza sul preliminare, se non viene raggiunto, tutto rimane come nella proposta di acquisto e viene riportato per filo e per segno.
E tutti vissero felici e contenti.