La planimetria catastale va aggiornata ogni qualvolta si interviene con mutamenti nella distribuzione interna.
Tutti gli interventi che modificano la distribuzione degli spazi interni devono essere comunicati all’ufficio tecnico attraverso una pratica che faccia riferimento ad un strumento urbanistico.
A seguito della fine dei lavori e del collaudo, il tecnico che ha seguito i lavori procede con la presentazione della variazione e l’inserimento della nuova planimetria aggiornata.
E’ quasi inutile dire che l’intervento che produce un aggiornamento della planimetria deve essere possibile e previsto dal regolamento edilizio in vigore.
Pertanto, qualora si volesse ripresentare una nuova planimetria dopo aver meravigliosamente chiuso un terrazzo, non esistendo lo strumento urbanistico adeguato, la presentazione della nuova planimetria verrebbe respinta.
E partirebbe, in automatico, una bella denuncia penale per abuso edilizio.
Dico questo perché, spesso, alcuni clienti hanno la presunzione di voler regolarizzare palesi abusi edilizi.
Ad esempio, la scorsa settimana, ho rifiutato un incarico da parte di un proprietario che voleva, a tutti i costi, sanare una cucina costruita nel locale cantina del suo villino trilivelli.
Queste anomalie possono essere sanate solo ed esclusivamente con un condono edilizio che lo preveda.
Ma ad oggi, vivaddio, non si prevedono condoni in arrivo e, pertanto, le cucine ed i bagni nelle cantine vanno solo rimossi.
La planimetria di impianto viene caricata in fase di accatastamento della costruzione subito dopo i collaudi.
Di norma essa deve essere conforme a quella del progetto approvato dal competente dipartimento urbanistico del comune.
A volte, per meri errori materiali, la planimetria catastale è già difforme da quella del progetto.
In tal caso occorre provvedere agli opportuni aggiustamenti per poter rendere conforme quanto depositato in catasto con quanto presente al dipartimento urbanistico.