Ti spiego il motivo per cui, nell’articolo dedicato alla caparra confirmatoria, ti ho allertato sul rischio di intestare l’assegno di deposito infruttifero all’agenzia immobiliare.
In caso di ripensamento, il proprietario si ritroverebbe senza copertura.
Il proponente perderebbe dei soldi che verrebbero incassati, senza nessun diritto, dall’agenzia immobiliare.
Ma la situazione diventa aberrante e al limite della truffa nel caso il ripensamento dovesse avvenire dopo l’avvenuta conoscenza dell’accettazione della proposta di acquisto.
In tal caso, il proponente perderebbe i soldi, giustamente;
l’agenzia li incasserebbe al limite del diritto;
ed il proprietario rimarrebbe di nuovo con un pugno di mosche perché il deposito, non essendo intestato a lui, non potrebbe essere imputato a caparra.
Addio penale, danni e esecuzione in forma specifica.
Se io fossi un proprietario diffiderei largamente da un’agenzia che si fa intestare l’assegno di deposito, che tutela solo se stessa alla faccia degli interessi dei clienti.
Proprio qualche settimana fa ho accompagnato un mio amico fraterno presso un’agenzia immobiliare di Roma, in Viale Trastevere.
Un’agenzia dal nome rinomato a Roma.
L’agente immobiliare, direttore della filiale, non ha voluto sentire ragioni ed ha fatto intestare alla società, tra l’altro una SPA, l’assegno di deposito.
Personalmente mi sarei alzato e avrei fatto saltare la trattativa.
Ma questo mio amico era innamorato della casa ed ha voluto comunque procedere.
A queste agenzie immobiliari poco importa della mancanza di consapevolezza del cliente, anzi, ci sguazzano e cavalcano l’onda emotiva del povero malcapitato come solo Robert Kelly Salter saprebbe fare.