Proprio la settimana scorsa ho avuto la riprova di come l’improvvisazione nel campo immobiliare può essere fatale.
Ho fatto un appuntamento per una valutazione in un appartamento nella zona Est di Roma.
Mauro, il proprietario, sta provando a vendere da solo ed ha cosparso la zona ed il web con il suo annuncio.
Sono abituato con quei padroni di casa che, non si sa per quale motivo, nascondono gli atti come fossero sergretati dalla CIA.
Invece Mauro mi ha accolto con le planimetrie dell’appartamento in mano.
Essendo venti anni che vendo appartamenti in quella zona ho subito notato che qualcosa non andava.
Infatti, l’analisi della planimetria, confrontata con l’effettiva distribuzione degli ambienti, ha sprigionato dei mostri.
Due aumenti di cubatura, uno per rendere la cucina più spaziosa e uno per la chiusura di un balcone e la conseguente nascita di una cameretta.
Mauro queste sono opere “insanabili” o le butti giù e ripristini lo stato originale oppure non puoi vendere casa.
La mia determinazione e soprattutto il termine insanabile ha un po’ stizzito il mio interlocutore.
Ma lo posso comprendere perché, in un paese che è tutta una sanatoria, la parola insanabile ha suonato alle sue orecchie come una bestemmia in Vaticano.