In questo caso, colui che ha formulato la proposta irrevocabile di acquisto, ci ripensa prima che il proprietario abbia avuto modo di accettare.
In questo caso il proponente perde il deposito cauzionale, lasciato al momento della sottoscrizione della proposta di acquisto.
Il venditore, a prescindere dalla sua accettazione o meno della proposta, può incassare l’assegno.
Ti racconto un fatto, accaduto proprio a me qualche anno fa con un appartamento che avevo in gestione in zona Colli Aniene.
Si presentò nel mio ufficio il sig. Mario Rossi (nome di, non troppa, fantasia) interessato ad acquistare un bellissimo attico in Via Raffaele Ciasca.
Formulò una proposta irrevocabile di acquisto con i canonici 5000 Euro lasciati a deposito.
Un paio di giorni dopo, mi chiamò la moglie, agitatissima, dicendomi che avrebbero voluto interrompere la trattativa perché non erano più convinti di affrontare quella spesa.
Nel frattempo, io, da Agente Immobiliare diligente, avevo provveduto a mettere al corrente i proprietari dell’avvenuta sottoscrizione di una proposta di acquisto ed avevo fatto in modo che avessero potuto prenderne visione.
Ad onore del vero, anche se non lo avessi fatto, le cose non sarebbero cambiate di molto perché la proposta era irrevocabile per una settimana intera.
Spiegai ai Sig.ri Rossi le strade che avrebbero potuto percorrere:
- Lasciare la proposta valida ed attendere una decisione dei proprietari. In caso di esito negativo avrebbero ripreso l’assegno e si sarebbero svincolati dalla proposta senza danni. Nell’ipotesi di accettazione le cose si sarebbero complicate perché oltre alla perdita dei 5000 euro avrebbero rischiato anche la richiesta dei danni, l’esecuzione in forma specifica e le provvigioni dell’agenzia;
- Proseguire con il recesso della proposta avrebbe comportato solo la perdita dei 5000 euro lasciati a deposito, senza possibilità di dover riconoscere danni e provvigioni.
Le mie sensazioni erano che i proprietari non avrebbero accettato la proposta.
Per questo motivo gli consigliai la prima strada tranquillizzandoli anche sulle provvigioni.
La Sig.ra Rossi non volle sentire ragioni e decise di annullare la proposta senza correre il rischio di dover affrontare una situazione che la spaventava e decise di voler perdere i 5000 euro della proposta.
La fortuna fu quella di trovare delle persone oneste che mi comunicarono di non voler accettare l’assegno.
Lo ritennero un atto vile visto che non avrebbero comunque accettato la proposta.
Tutti vissero felici e contenti, ma ci tengo a sottolineare che non sempre il lieto fine è l’epilogo di queste storie, il rischio di perdere i soldi è sempre dietro l’angolo.
Cosa sarebbe successo se il ripensamento fosse intervenuto dopo l’accettazione della proposta di acquisto?