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By Fabrizio Colarossi

Attrazione fatale tra un Agente Immobiliare ed un quartiere dalle mille bellezze

Tornando in ufficio dopo essere stato ad un appuntamento in Via Umberto Calosso ho attraversato Viale Ettore Franceschini e mi sono inoltrato nello spazio verde dello spartitraffico.
Sapevo che in quel punto c’è una scultura risalente ai primissimi anni di vita del quartiere ma non l’avevo mai vista illuminata come l’ho vista ieri.
Forse a causa del il mio stato d’animo forse l’intensa pulizia e cura degli spazi verdi appena fatta, quella scultura mi ha attirato e mi sono fermato a godermela.

L'uomo si Libera Liberando la Natura. Opera scolpita nel 1990 dal Professor Ugo Croce e i suoi allievi dell'Istituto d'Arte Roma 2. Oggi liceo Artistico Statale "Enzo Rossi". Per iniziativa dell'AIT, Associazione per Iniziative Territoriali, oggi "Il Foro" associazione di promozione sociale con il contributo di AIC, Associazione Italiana Casa e delle cooperative edificatrici di buona parte di Colli Aniene

A leggerla:

“L’uomo si Libera Liberando la Natura. Opera scolpita nel 1990 dal Professor Ugo Croce e i suoi allievi dell’Istituto d’Arte Roma 2. Oggi liceo Artistico Statale “Enzo Rossi”. 

Per iniziativa dell’AIT, Associazione per Iniziative Territoriali, oggi “Il Foro” associazione di promozione sociale con il contributo di AIC, Associazione Italiana Casa e delle cooperative edificatrici di buona parte di Colli Aniene”

L'uomo si Libera Liberando la Natura. Opera scolpita nel 1990 dal Professor Ugo Croce e i suoi allievi dell'Istituto d'Arte Roma 2. Oggi liceo Artistico Statale "Enzo Rossi". Per iniziativa dell'AIT, Associazione per Iniziative Territoriali, oggi "Il Foro" associazione di promozione sociale con il contributo di AIC, Associazione Italiana Casa e delle cooperative edificatrici di buona parte di Colli Aniene

A fotografarla

“L’uomo si Libera Liberando la Natura. Opera scolpita nel 1990 dal Professor Ugo Croce e i suoi allievi dell’Istituto d’Arte Roma 2. Oggi liceo Artistico Statale “Enzo Rossi”.
“L’uomo si Libera Liberando la Natura. Opera scolpita nel 1990 dal Professor Ugo Croce e i suoi allievi dell’Istituto d’Arte Roma 2. Oggi liceo Artistico Statale “Enzo Rossi”.
“L’uomo si Libera Liberando la Natura. Opera scolpita nel 1990 dal Professor Ugo Croce e i suoi allievi dell’Istituto d’Arte Roma 2. Oggi liceo Artistico Statale “Enzo Rossi”.

Il pensiero è stato: “possibile che, in quasi 40 anni, questa è la prima volta che do valore a quest’opera?”

E si, il logorio della vita moderna mi ha sempre impedito di soffermare lo sguardo su questa scultura. 

Ma ieri no, mi sono fermato, ho preso la mia immancabile D750 ed ho cominciato a sparare.

E, udite udite, ho pure letto la targa!

A quel punto la mia mente ha cominciato a vagare (strano effetto della lettura) e, tornando indietro nel tempo, ha cominciato a tirare fuori ricordi della mia vita legata a Colli Aniene.

Foto storica di Colli Aniene in costruzione

La prima volta che misi piede a Colli Aniene è stato nel 1976.
Fu quando, bambino di appena sei anni, venni a trovare la persona che fino a qualche mese prima aveva vissuto con me come se fosse un fratellone maggiore.

Era mio Zio Paolo, Paolo Sciarpelletti, che forse qualcuno dei pionieri di Colli Aniene ricorderà perché conosciuto, soprattutto nell’AIC, e  attivo nella sezione del Partito Comunista.

Era da poco sposato con Zia Lucia e presero una casa in affitto in Via Orlando Guardati, in attesa che l’AIC terminasse la costruzione della palazzina di Largo Franchellucci dove avevano prenotato un bellissimo ed enorme appartamento.

Si, proprio il palazzo che è andato a fuoco nel giugno dello scorso anno.

Ricordo che nella mia testolina soffrivo per lui perché, visto il posto dove era andato ad abitare, credevo fosse diventato povero.

Strade sterrate che per percorrerle sarebbe stata comoda la Jeep di Big Jim, scheletri di cemento ovunque, alcuni rimasti tali per anni, gru in movimento le cui frizioni urlavano un sibilo sordo che assimilavo al grido di stanchezza degli operai al lavoro.

Al di la della Palmiro Togliatti, verso Grotta di Gregna, dune e dossi di terra riportata dove si andava a caccia di ranocchie tra un acquitrino e l’altro.

Un giorno chiesi a mamma, “perché zio deve stare li, non stava meglio con noi?”

Mi rispose che era ormai diventato grande (26 anni) e doveva costruirsi una famiglia tutta sua, in realtà per me era nato Grande e sarebbe dovuto rimanere con me.

Accettai, mio malgrado, questa risposta ma costrinsi i miei genitori a portarmi da lui almeno una volta la settimana, sincerandomi che a lui arrivasse costante il messaggio che, qualora i miei non avessero potuto, sarebbe stato lui a dovermi venire a prendere a casa.

Ricordo di un giorno in cui, con la sua 127 gialla ed un suo compagno di cui non ricordo il nome, mi portò sulla Palmiro Togliatti e nei punti abitati del quartiere ad attaccare i manifesti del Partito Comunista.

In macchina andava a tutto volume “Bocca di Rosa” di De Andrè in uno stereo che si chiamava Voxon e che prendeva una specie di cassetta per volta contenente una singola canzone.

Gli anni passavano, io crescevo e lui diventava uomo, nel frattempo anche il quartiere cresceva, le costruzioni venivano terminate i servizi completati.

Secondo il mio parere i due grossi eventi che fecero di Colli Aniene un quartiere ambito e ricercato sono stati; il completamento della Linea B della metropolitana nel 1995 con l’inaugurazione della fermata Ponte Mammolo e l’apertura del cavalcavia della Palmiro Togliatti che collegò, di fatto, Centocelle e Quarticciolo a Colli Aniene all’altezza dell’ex mattatoio.

Non ho memoria dell’anno in cui fu completato il cavalcavia ma credo ampiamente dopo il 1990, perché ricordo che, appena patentato nel 1988, per andare da zio da Via Tor de Schiavi, dove abitavo, passavo per Via G.B. Valente e percorrevo Via Grotte di Gregna.

Ho lasciato un paio di specchietti della Ritmo rossa di papà sul ponticello all’altezza dell’acea prima che fosse allargato.

A luglio del 1997 alla tenera età di 47 anni zio è andato via lasciandomi in eredità il suo sorriso, il suo bon umore ed un cuginetto stronzo a cui voglio un mondo di bene anche se diverso dal padre e lontano da me perché vive a Milano.

E’ stato lui che nel 2006, con il suo innato talento, mi ha aiutato a dare forma alla Progetim.

Poi è diventato un Art Director e Grafico di spessore e se ne andato nella città da bere.

A parte zio, i richiami che mi attirarono verso  questa ex marana furono molteplici.

Infatti, agli inizi degli anni ’90, appena diplomato Geometra, per racimolare i soldini per l’abbonamento in Curva Nord, cominciai ad aiutare mio cognato che aveva, ed ha, uno studio di Geometra a Tor Vergata.

Fu così che ebbi il primo contatto con le case di Colli Aniene e in particolare con quelle di Via Gennaro Cassiani.

Mio cognato fu infatti incaricato di fare l’accatastamento degli immobili costruiti dalla Castiglione che vanno da Via Cassiani fino a Via Tamburrano.

Sulle planimetrie catastali di impianto di quegli immobili puoi trovare la firma del Geom. Astarita Luigi e una parte di quei disegni li ho fatti io sul tecnigrafo e con i rapidografh, presenziando a decine di sopralluoghi dentro quelle case che, di li a poco, si sarebbero popolate e che odoravano di nuovo.

Nel 1998 dopo aver fatto il militare, tardi a causa dei rinvii per l’università, entrai a far parte dell’esercito in rapida crescita della Toscano spa, sede di Acqua Bullicante.
Il direttore mi assegnò la zona di Colli Aniene.

Dovevo venire qui ogni mattino a fare zona, citofoni, fermare gente e chiedere di case in vendita.

Inizialmente non volevo accettare, era troppo fresca la ferita e ogni angolo mi faceva venire in mente la 127 gialla che sfrecciava con la musica a tutto volume.

Passavo davanti alla chiesa Santa Bernadette e mi venivano gli svenimenti ripensando a quel maledetto ultimo giorno.

Poi pensai che fosse un segno ed accettai.

Dopo un paio di anni di militanza nella Toscano spa decisi, insieme ad un collega, di aprire un ufficio in Franchising della stessa Toscano.

E indovina un pò che zona scelsi?

Ovviamente Colli Aniene, non per caso la ragione sociale della mia società si chiama Punto Immobiliare Colli Aniene sas

Se non è AMORE questo,  dimmelo tu cos’è (cantava Venditti).

Si sarà capito che sono molto affezionato ed affascinato da questo quartiere.

Un quartiere spesso criticato, un quartiere dove negli ultimi tempi sono aumentati fenomeni di violenza, furti e, in alcuni punti, trasformatosi nella copia urbana del Mugello.

Devo dire che dal lontano 2001, anno in cui inaugurammo l’ufficio in Viale Sacco e Vanzetti 161/b, ad oggi la situazione è un pò cambiata a discapito della qualità della vita.

Alcune vie sono talmente isolate che furti di auto e atti di vandalismo sono un fenomeno quotidiano, le strade larghe (come voleva il piano regolatore) fanno oggi da palcoscenico ai vari Senna che si sfidano a colpi di traiettoria, devo dire che si fa sentire la mancanza di un presidio delle forze dell’ordine.

Rimane comunque un quartiere pieno di servizi, con supermercati in abbondanza, agenzie immobiliari a dismisura, bar e tavole calde non si riescono a contare.

Un quartiere dove abbonda il Verde con parchi, giardinetti e aree giochi in ogni angolo.

Un quartiere dove il commercio fa fatica a decollare e la sicurezza comincia a barcollare.

Ho sempre avuto una mia teoria per spiegare questo fenomeno.

Se ci pensi bene Colli Aniene è un’isola, ad est è limitata dal parco della Cervelletta, scorrendo verso nord la Via Tiburtina ne delimita l’estensione, girando verso ovest Via Grotta di Gregna la separa dal quartiere Tiburtino Terzo e chiudendo a sud il tronchetto urbano dell’A24 la chiude in un quadrilatero senza sfoghi attraversato dalla Palmiro Togliatti; un’arteria a scorrimento con grosse difficoltà di sosta, nonostante l’ampio parcheggio realizzato nello spartitraffico.

Fabrizio Colarossi Agente Immobiliare di Roma. Attraverso il Sistema di Vendita Garanzia Valore Casa vendo la tua casa in meno di 90 giorni al miglior prezzo di mercato.

Bhè s’è fatto tardi, oggi ho divagato abbastanza, giusto il tempo di salutarti e torno al mio lavoro.

Grazie per avermi sopportato fin qui.

Ma non ti rilassare perché tornerò a scriverti di quando ho avuto il primo impatto professionale con le convenzioni della Legge 167, di quando sono stato accusato di terrorismo perché, nel 2015/2016, allertavo i miei clienti sulle possibili problematiche legate al prezzo massimo di cessione. 

E magari, se qualcuno mi aiuta, parleremo anche delle case che sono state pagate due volte perché alcune cooperative hanno ingurgitato soldi pubblici senza però fare indigestione.

E io pago diceva Totò.

Ad maiora, Fabrizio

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